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Per tre volte l’edizione italiana del Classico Disney ha ambientato delle storie a Torino…
La prima ricordando Pietro Micca, l’ultima in occasione del 150mo dell’Unità d’Italia.
Ma la storia più famosa è sicuramente quella ambientata nel Museo Egizio di Torino, scritta da Gianfranco Goria e disegnata da Giampiero Ubezio per il numero 1941 del 7 febbraio 1993, quando il giornaletto di grandi e piccini costava 2300 Lire.

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LA STORIA

L’avventura si apre su un aereo in volo verso Torino. A bordo il professor Zapotec, direttore del museo di Topolinia, accompagnato da Pippo, Topolino e Minni. Zapotec deve portare alcuni importanti reperti al Museo Egizio, dove e’ in programma un congresso mondiale. Pippo e Topolino gli fanno da guardie del corpo, visto che il materiale e’ molto prezioso. Minni fa la turista, e pregusta i gianduiotti e la pasticceria torinese. All’arrivo sono accolti dal direttore del Museo, Alarico De Osiridi. Al museo, Topolino e compagni incontrano Oscar Boom (scopriremo più avanti a chi fosse ispirato), appena tornato dall’India con una preziosa statua della Shiva Nataraya.

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L’eccezionalità del ritrovamento convince gli egittologi a dedicare una sala al reperto orientale. Ma, la sera prima dell’inaugurazione, la statuetta viene rubata. Qui comincia il giallo. Topolino scopre un tunnel nei sotterranei del museo. E’ una delle molte gallerie che corrono sotto le vie del centro, un reticolo che condurrà i protagonisti alla sede della Rai, dove si sta registrando un programma Disney. Poi nella cucina di una pasticceria, dove si sta preparando del cioccolato. Poi alla cittadella, nel Museo di Pietro Micca. “Ma quanti musei ci sono a Torino”, dice Pippo, piu’ stupito che annoiato. Classico il finale, naturalmente lieto. Ritrovata la statuetta, sventato un clamoroso furto al museo, scagionato il povero Oscar Boom, che un indiano lamentoso aveva addirittura accusato di essere un ladro internazionale di opere d’arte. La Shiva Nataraya, infatti, risulterà regolarmente prestata dal governo di Nuova Delhi.

Per questo episodio fu inventato appositamente da Goria il personaggio di Oscar Boom, dichiaratamente ispirato allo studioso torinese Oscar Botto, di cui l’autore Gianfranco Goria fu allievo all’Università di Torino.

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Nel 1993 i quotidiani La Stampa e La Repubblica pubblicarono un articolo sulla storia Topolino e il furto archeologico: intervistato, il professor Botto dichiarò di gradire molto l’omaggio.

Interessante analizzare la struttura della storia e l’evoluzione dei personaggi.

Ad esempio, all’arrivo a Torino, Topolino & co avrebbero dovuto essere accolti dal direttore del Museo, che in origine doveva essere Silvio Curto, noto egittologo e per vent’anni direttore del Museo Egizio, ma poi il disegnatore aveva realizzato un personaggio troppo diverso dall’egittologo. Cosi’ era stato ribattezzato Alarico De Osiridi. Di seguito alcune copie dei fax che si scambiarono autore, disegnatore ed editore per le bozze della storia e per lo storyplot.

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