Ho accettato la sfida di raccogliere in 1000 parole (nemmeno una in più) cinque buoni motivi per passare in Piemonte le feste Pasquali.
Sono tre anni che grazie al Progetto territoriale di TorinoNightLife ho la possibilità e la fortuna di toccare con mano le bellezze di una terra fantastica. E allora queste poche righe devono essere interpretate come una miniguida per chi ha pensato di passare qualche giorno in Piemonte.

Il profumo di Primavera a Piazza Castello
Vivo in Piemonte da venticinque anni e mai come negli ultimi cinque anni sono riuscito a respirare un’aria di primavera che va oltre il cambio di stagione. Il tepore delle serate di marzo in Piazza Castello a Torino dona un atmosfera magica alla piazza. E se provate a fare un giro completo come bimbi, vi troverete ad ammirare Palazzo Madama, le sue mostre, il suo museo, le sue esposizioni, il Teatro Regio, una colonna della cultura musicale mondiale ed ancora l’Archivio di Stato che custodisce documenti di valore inestimabile, da Carlo Magno ai giorni nostri, in un palazzo che è stato realizzato in ogni dettaglio da Juvarra per diventare un archivio.

E dietro svetta il capolavoro di Antonelli, la Mole, questa strana compagna dello Skyline che rappresenta una presenza sempre rassicurante, simbolo della rottura di schemi che evidentemente non da ieri Torino rappresenta.

E ancora la Biblioteca Reale primo dei meravigliosi scrigni del Polo Reale, splendida, custode dei capolavori di Leonardo da Vinci che il mondo intero invidia ed ammira.
E ancora qualche grado e i Dioscuri, Castore e Polluce invitano alla visita di Palazzo Reale.
E i giardini reali, riaperti da qualche giorno dopo vent’anni di restauro, con la splendida fontana dei tritoni.

Il duomo e la Sindone, la Cappella di Guarini, Palazzo Chiablese con le sue splendide mostre d’Arte, via Garibaldi, via Micca, via Roma ed in fondo il meraviglioso salotto di Piazza San Carlo ed il profilo rassicurante di Porta Nuova.
Ubriachi d’arte e di storia senza spostarsi di un centimetro.
Il sistema museale
Come riuscire in poche, pochissime parole a raccontare il sistema museale torinese? Impossibile, senza rischiare di dimenticare qualcosa. Ma non posso certo dimenticare che quando accolgo a Torino amici, non posso non far fare tappa al Museo del Cinema, splendida opera di allestimento di Confinò, che fa il paio con il Museo dell’Automobile di Corso Unità d’Italia, un libro aperto nei ricordi della motorizzazione, ricco di mezzi fantastici e unici, ma anche dell’umanità raccolta nel piccolo abitacolo della Fiat Cinquecento che ha motorizzato l’Italia.

E poi il fantastico Museo Egizio, vicinissimo al Museo del Risorgimento che racconta vividamente la storia degli ultimi 150 anni d’Italia. Il Borgo Medievale, non lontano racconta con un piccolo miracolo di equilibrio, la storia medievale del Piemonte. Storia di castelli, signori e cavalieri. Ma c’è tanto altro, come lo splendido Museo di Arte Orientale del Quadrilatero Romano, l’arte contemporanea della Galleria d’Arte Moderna e del Castello di Rivoli ed una miriade di altri musei tematici, vere perle di arte e cultura.

E tante collezioni d’arte, come la ricca Pinacoteca Agnelli del Lingotto, le gallerie e le fondazioni d’arte, gli spazi espositivi e tematici, come la nuovissima esperienza di Camera o gli spazi che raccontano lo sport, la fotografia, ma anche la passione e la sfida (come nella mostra sugli atleti delle Paralimpiadi in ADPLog).

E se ci si sposta appena da Torino, a Nord e sud si trovano la Reggia di Venaria a Nord e Stupinigi a Sud.
Uno dei simboli della Torino della cultura e dell’arte è una carta, l’Abbonamento Musei, che ormai è riferimento di oltre 100 mila abbonati, un potentissimo strumento di cultura e di divulgazione nel territorio.

Il Piemonte rappresenta molto altro, in una miriade di intrecci storici che portano dalle storie di sfida alle montagne, al racconto del territorio, dalle città ricche di storia, alle colline che per millenni hanno ascoltato leggende e tradizioni.
L’accoglienza turistica
Il Piemonte ha trasformato il suo sistema di accoglienza turistica, garantendo una gamma di servizi che permettono di ospitare il turismo culturale ed allo stesso tempo chi preferisce un’offerta tematica, legata alla montagna o ad esempio al cicloturismo. Si sono create le basi per prodotti multiculturali, che spaziano dalla cucina di tradizione in collina piuttosto che in città, allo stesso tempo creando i presupposti per una accoglienza che si rivolga a fasce di età molto ampie.

Il merito va soprattutto agli operatori del settore, che hanno saputo differenziare la loro offerta, innalzando notevolmente la qualità del servizio. Davvero un passo avanti incredibile, per chi ha conosciuto il Piemonte un po’ triste e demotivato dei primi anni ’90 e che si ritrova nelle vie di San Salvario ad un offerta integrata di Street Food ed alta gastronomia.

L’enogastronomia
Affrontare il capitolo Enogastronomia significa aver accettato di perdere la sfida delle 1000 parole. Il Piemonte è Enogastronomia. Una terra di grandi tradizioni, in cui il coraggio e la sperimentazione degli operatori hanno saputo restituire la forza ed il vigore che le erano proprie. Qualche nota, giusto qualche nota.
La chiave di interpretazione sta probabilmente nella svolta di Terra Madre Salone del Gusto, che da quest’anno avrà come teatro il centro di Torino dal 22 al 26 settembre. L’enogastronomia che si appropria del territorio, lo pervade, mettendo in connessione realtà e tradizioni molto differenti. Difficile un elenco anche solo indicativo dei prodotti.

Ma di certo è impossibile non citare la filiera del cioccolato, superstar degli ultimi anni, dalla tradizione del Gateau del Conte Verde, ai marchi dell’eccellenza torinese, dall’artigianato diffuso alle produzioni di livello mondiale del Novese e dell’Albese.

I grandi chef hanno ripreso le tradizioni della cucina piemontese ed hanno lavorato moltissimo alla qualità dei prodotti, la realizzazione di presidi di valore mondiale.
E nel settore brassicolo e vinicolo, l’esperienza e la qualità dei prodotti si è affermata nel mondo, grazie alla forza di prodotti qualitativamente eccellenti e di un marketing territoriale che dal basso si sta affermando, sostenuto da movimenti locali reattivi e capaci.

Il laboratorio sociale
Le ultime parole vanno dedicate ad una vittoria sociale del Piemonte, l’affermazione di una struttura sociale multietnica e multiculturale, che senza ombra di dubbio rappresenta un patrimonio per l’Italia e per l’Europa, soprattutto in un periodo storico in cui le spinte centrifughe sono violente e pericolose.

E allora, ci venite?