A pochi chilometri da Torino, a Lanzo è possibile ammirare uno stranissimo e leggendario ponte.
Per una volta raccontiamone la leggenda e non la storia…
Gli abitanti della zona avevano un problema urbanistico: volevano costruire un ponte sulla Stura per abbreviare la strada d’accesso al paese e rendere più facili gli scambi commerciali e turistici. Ma sembrava una fatalità: il ponte non poteva mai essere finito; o una bufera improvvisa portava via le impalcature o un fulmine cadeva sulla travatura.
L’ultima volta, quando ormai sembrava tutto risolto e l’ingegnere di allora pensava proprio di poter finire, in una notte di tempesta si staccò un macigno da Mont Bass e cadde sul ponte, spaccandolo in due.
Avevano fatto ogni tentativo possibile: novene, processioni, scongiuri. Finché un vecchietto di quelli che non rammentano più nemmeno la loro età aveva suggerito di chiedere consiglio al diavolo. I maggiorenti del paese in una riunione, tutti d’accordo, avevano deciso di seguire i suggerimenti del vecchio.
Detto fatto, non restava che incontrarsi con il diavolo, cosa per altro non facilissima! Avevano pensato allora di andare dal vecchietto, che dopo molte insistenze, aveva accettato di fare il mediatore.
La risposta fu la seguente: il diavolo s’impegnava a costruire il ponte ma, come compenso, voleva un’anima. Perbacco! Va bene che il ponte fosse una costruzione importante e necessaria, ma trovare un cristiano disposto a sacrificarsi non era cosa facile. Eppure adesso che avevano trovato il modo di farsi costruire il ponte non volevano lasciarsi sfuggire l’opportunità. Perciò, tornati dal vecchio, gli avevano proposto: “Informa il diavolo che siamo d’accordo: se la prossima notte getta il ponte, il mattino seguente gli facciamo trovare nei pressi l’anima in un sacco”. Le ore erano trascorse velocemente e la notte era scesa più nera dell’inchiostro; non si erano mai sentite le civette cantare in modo così lugubre. Il cielo era nero come il carbone e non brillava neppure una stella. Di colpo si alzò un ventaccio terribile: pareva che i lampi s’inseguissero furiosamente. Le mamme avevano messo a letto i piccoli ed i vecchi si erano fatti il segno della croce. Le prime luci del mattino salutarono il ponte, che, bagnato dalla pioggia, splendeva come se fosse d’argento. Il diavolo corse a prendersi il sacco contenente l’anima e, felice, l’aprì, pronto ad infilzarla ed portarsela all’inferno.
Ma quando vide che nel sacco c’era soltanto un cane, lasciando l’impronta del suo zoccolo su una pietra, sprofondò nell’inferno. Gli abitanti si recarono in massa ad ammirare il capolavoro e rimasero tutti meravigliati. Come chiamarlo se non PONTE DEL DIAVOLO?