Al Gran Premio di Germania 1957, Juan Manuel Fangio, ormai a fine carriera in procinto di conquistare il suo quinto titolo Mondiale con la Maserati 250F gommata Pirelli, doveva contendersi la vittoria con la Vanwall di Moss e, soprattutto, con le Ferrari di Hawthorn e Collins, i suoi veri antagonisti.
Al dodicesimo dei ventidue giri in programma, Fangio si fermò ai box per cambiare le gomme e fare rifornimento. Un improvviso quanto sciagurato imprevisto nel rimontare i dadi di fissaggio rese la sosta infinitamente lunga, cosicché le due Ferrari passarono al comando con un margine di poco meno di un minuto.
Dieci giri alla bandiera a scacchi.
La rimonta dell’argentino si faceva difficile: doveva recuperare quasi cinque secondi al giro ai due inglesi che nel frattempo stavano forzando il ritmo.
Sembrava un’impresa impossibile, da folli, in un circuito già all’epoca considerato molto pericoloso.
Fangio nei primi due giri dopo la sosta rosicchiò alle Ferrari solo due secondi al giro. Ma già dopo il sedicesimo passaggio, la Maserati aveva recuperato ben sette secondi. Il giro dopo, ancora sette secondi recuperati dall’argentino.
Ai box del Cavallino Rampante cresceva l’agitazione e si decideva di ordinare a Hawthorn e Collins di “spingere”.
Affrontando le curve a più di 200 Km/h, ma senza alzare il piede dal gas e tagliando tutte le curve al limite dell’uscita di strada, Fangio si portò a una distanza “visiva” dai due inglesi, a tre giri dal traguardo. Vedere le “prede” Ferrari galvanizzò ulteriormente Fangio che, scatenato, raggiunse e infilò dapprima Collins al penultimo giro, per poi superare Hawthorn dopo una paurosa sbandata.
Il miracolo, un’impresa impossibile per i cronometristi della Ferrari, si era compiuto.
Fangio, la sua Maserati e le gomme Pirelli



