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Nell’immaginario di tutti noi c’è un posto speciale per i viaggi e le esplorazioni spaziali.

Da quando Julius Verne nel 1865 pubblico da incredibile antesignano il romanzo fantastico “Dalla Terra alla Luna”, si fece strada nel credo popolare l’idea di poter un giorno colonizzare la Luna.

Ed era il 21 luglio 1969 quando Neil Armstrong, sbarcato con Apollo 11, recito la famosa, suggestiva frase: pronunciando la storica frase “That’s one small step for (a) man, one giant leap for mankind” (trad. “Questo è un piccolo passo per (un) uomo, un grande balzo per l’umanità”).

Aldrin_Apollo_11_crop

Ma come riuscirono gli americani ad esaudire il sogno di Verne?

Questa è anche la storia di un Professore napoletano, Francesco Tricomi, che chiamato dal grande matematico Giuseppe Peano ad insegnare al Politecnico di Torino, dove tenne sino al 1967 la cattedra di Analisi Infinitesimale.

Duke,_Lovell_and_Haise_at_the_Apollo_11_Capcom,_Johnson_Space_Center,_Houston,_Texas_-_19690720

Scrisse numerosi trattati e manuali di grande chiarezza, alcuni dei quali sono stati tradotti in inglese, francese, tedesco e russo. Fu autore di una serie di biografie su matematici italiani del primo secolo dell’unità d’Italia, assumendo anche toni critici e dissacratori.

Fu proprio Francesco Tricomi, che ebbe il merito di compiere il primo studio completo e organico delle equazioni lineari alle derivate parziali di secondo ordine e di tipo misto, rivelatesi fondamentali per le loro applicazioni nell’aerodinamica transonica e nel volo trans-atmosferico. Celebre è l’equazione che descrive il moto di un fluido, ora chiamato “gas di Tricomi”, nelle vicinanze della velocità del suono.

Ed anche grazie a lui Armstrong, come già scritto, ebbe la possibilità di effettuare la sua passeggiata lunare…

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