Leggenda racconta che Ferruccio Lamborghini, produttore di trattori e macchine movimento terra decise di fondare la Automobili Ferruccio Lamborghini perchè deluso dal comportamento non perfetto della frizione della sua Ferrari. L’idea era quella di produrre una macchina supersportiva e di lusso che superasse i limiti della Ferrari.
Lamborghini, oltre a lamentarsi del funzionamento della frizione sulla sua Ferrari, pretendeva di dare consigli ad Enzo Ferrari su come migliorarla.
Il Drake, irritato gli rispose: “La macchina va benissimo. Il problema è che tu sei capace a guidare i trattori e non le Ferrari”.

Al salone di Torino del 1965 La Lamborghini espose un autotelaio in lamiera scatolata denominato TP400. A bordo erano stati installati, con poche modifiche, il motore e le sospensioni che già equipaggiavano la 400 GT. Il progetto era un’iniziativa dei tecnici Gian Paolo Dallara e Paolo Stanzani, i quali, pur consapevoli dell’avversione di Lamborghini per le corse, avevano utilizzato lo schema a motore centrale di alcune automobili da competizione dell’epoca.
In quel periodo la maggior parte delle Gran Turismo sportive adottavano la configurazione motore anteriore e trazione posteriore.
Nuccio Bertone, presente al Salone torinese, ne fu affascinato al punto di dichiarare a Lamborghini: “Io sono quello che può fare la scarpa al tuo piede”.
Lamborghini accettò, seppure non entusiasta: “Sarà una buona pubblicità”, dichiarò ai suoi tecnici, “ma non ne venderemo più di 50”.
La nuova auto fu disegnata in soli 4 mesi. Ferruccio Lamborghini, che era nato sotto il segno del toro, volle battezzare la vettura ultimata col nome Miura in onore dell’allevatore di tori da combattimento Don Eduardo Miura Fernandez.
La Miura fu la prima di una lunga tradizione di auto costruite da Lamborghini e battezzate con nomi ispirati alla tauromachia.
Presentata al Salone dell’automobile di Ginevra del 1966, La Miura P400 fu un successo senza precedenti. La vettura lasciò senza fiato tutti i visitatori facendo invecchiare di colpo tutte le supercar dell’epoca e dando l’inizio ad una nuova era nel settore delle automobili sportive.
Il successo della Miura fu immediato e travolgente: a fronte di una produzione prevista di una ventina di esemplari all’anno, la Lamborghini ne consegno 108 nel solo 1967, pur non riuscendo a soddisfare tutta la richiesta. Nei circa due anni e mezzo di produzione della P400 furono prodotti complessivamente 275 esemplari.
Il progetto innovativo non fu esente da qualche difetto di gioventù, sia aerodinamico che di motore.
Ma l’insorgere di questi problemi non minò la popolarità della vettura, che si trasformo in breve in un vero mito automobilistico.
Per gli appassionati di queste auto super sportive di lusso, nel 2001 è stato inaugurato il Museo Lamborghini, dove è possibile vivere il racconto dell’entusiasmante storia delle supercar modenesi.
Dalla Murciélago alla Miura S, dalla 350 GT alla Countach S, dalla Jalpa alla Reventon, tutti i modelli che hanno reso il Toro una leggenda.