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Da sempre la presentazione delle nuove monoposto di Formula 1, tra gennaio e febbraio è uno dei primi appuntamenti per gli appassionati che hanno voglia di scaldare il tifo per la nuova stagione motoristica.

Nel passato sono stati tanti i momenti, per chi come me aspettava che si sollevassero i veli sulle monoposto, per gioire, tifare, iniziare a soffrire, in attesa del primo semaforo verde.

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Dalle austere presentazioni sulla pista di Fiorano, in cui il Drake Enzo Ferrari, magnetico presentava i suoi piloti e la sua auto senza paura (sfidando tutti, come ad esempio quando presentò un piccolo canadese di nome Gilles, campione di motoslitta, che sarebbe poi diventato “la leggenda Villeneuve”), fino alle maestose chiamate alle armi di Luca Cordero di Montezemolo, che dopo anni di difficoltà e stenti portarono al periodo di dominio assoluto con il kaiser Schumacher. E nonostante il carattere difficile anche le presentazioni con Fernando Alonso erano ogni volta il lancio di una sfida.

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E tra tanti, val la pena di ricordare uno degli episodi più curiosi, nel febbraio del 1994, proprio il giorno prima della presentazione della 412T, l’auto con la quale la Ferrari intendeva tornare protagonista in F1.

I piloti Berger e Alesi erano a Fiorano e, in attesa che arrivasse Jean Todt, il temuto direttore sportivo della Rossa, stavano svolgendo dei test con la nuova monoposto. Durante una pausa, non vedendo ancora arrivare il loro capo, l’austriaco puntò una Y10 quasi nuova parcheggiata a bordo pista con le chiavi sul quadro e convinse il compagno a salire sull’utilitaria e mettersi al volante per fare qualche giro di pista.

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Berger, seduto dal lato passeggero, cominciò a prendere in giro il francese per la sua guida e per il ritmo che stava sostenendo, provocando la reazione del “facilmente infiammabile” Alesi che, toccato nell’orgoglio, portò ai limiti la piccola citycar mentre l’austriaco “per aiutarlo” alzava la leva del freno a mano nelle curve più strette. All’ennesima derapata però l’utilitaria cappottò, scivolando sulla pista di Fiorano e terminando la sua corsa, per loro fortuna, pochi metri prima della 412T che il giorno seguente sarebbe stata presentata al mondo. Inutile scrivere quale fu la reazione del “duro” Todt dopo aver capito cosa fosse successo alla sua auto. Ma la goliardia e l’allegria erano carica per l’ambiente.

Tornando al 2017, ci tuffiamo in una nuova sfida, con un regolamento completamente nuovo, auto molto più performanti e nuove sfide tecniche che sicuramente esalteranno i piloti.

Ma in un clima di attesa e di grande pretattica generalizzato, spiace vedere una presentazione Ferrari in tono dimesso, con musi lunghi e una esagerata attenzione ad aggettivi e verbi, con l’idea che su tutto debba dominare un understatement quasi innaturale, che possa tenere lontano le brutte figure (e cancellare il ricordo della fallimentare stagione 2016).

Ma è l’approccio giusto? E’ davvero il modo per comunicare la fatica e il grandissimo impegno invernale? Basterà una vittoria o una grande prestazione a cancellare questo triste inizio?

Alberto Antonini, capo della Comunicazione Ferrari è un grande professionista e conosce molto bene il mondo della Formula 1.

Ma anche sui canali digitali continuiamo a trovare una Scuderia Ferrari ingessatissima e guardinga, così come nelle dichiarazioni stampa.

La speranza è che i test di Barcellona possano regalare qualche primo sorriso alla squadra e di riflesso ai tifosi, ma intanto sento di poter dare da tifoso e da appassionato di comunicazione un piccolo suggerimento.

Da qualche giorno è partita la campagna di lancio sui canali digitali della Stelvio, il nuovo SUV di Alfa Romeo.

Alfa Romeo è uno sponsor Ferrari e ha una bellissima Decal sul cofano della SF70H.
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Sul sito Ferrari si legge:

“Sulla livrea della F1 2016 viene confermato il logo Alfa Romeo, in un connubio che associa passione e sportività: valori genuini che, nella competizione, uniscono le anime di Ferrari e Alfa Romeo.”

Quello che sembrerebbe di poter chiedere alla Scuderia Ferrari è un approccio più allegro, scanzonato e coinvolgente come quello che la bravissima Maria Conti (Head of Alfa Romeo Communication – EMEA) sta giorno dopo giorno consolidando (in particolare su Instagram), portando a spasso il marchio del Biscione, a partire dalla bella iniziativa che ha coinvolto tanti tifosi “influencer” sulla pista del Balocco (ne ho parlato qui:  ), fino ad attraversare, a temperature rigidissime, le strade del Parco dello Stelvio e addirittura (con Mario Alvisi – Head of Alfa Romeo Product Marketing & Pricing – EMEA) della Lapponia.

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Da una parte la voglia di vincere, senza proclami, con il duro lavoro, ma dall’altra la voglia di dare per contrappeso un tocco di leggerezza.

Manca un mese alla prima gara di Melbourne: non si può pensare di analizzare tempi e prestazioni con i musi lunghi.

Se i risultati tarderanno ad arrivare, ma ci sarà dimostrazione di grinta e di voglia di vincere, i tifosi sapranno aspettare, ma vi prego: niente bronci!

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