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Si, Rodolfo Cervetto è davvero un musicista carismatico e forse lo rende tale proprio questa non consapevolezza, lui è un sognatore che sa come far rivivere sensazioni sopite, forse dimenticate.

Cervetto 1
Figlio di una terra stupenda come la Liguria, solare e colorata, ne ha assorbito tutte le qualità e le ha concentrate nella sua musica.

Il jazz estasi per alcuni, solo un insieme di note rumorose per altri, Rodolfo o Rudy, come molti lo chiamano, mette tutti d’accordo: energia, passione, dolcezza si mescolano e si fondono nella sua musica, fantasia nell’improvvisazione, una tecnica raffinata mai sovrabbondante, segue le note o forse sono le note a seguirlo docilmente.

E’ un po’ come un incantatore di serpenti: le note, come i serpenti, escono con movimenti sinuosi dalla cesta e sono ipnotizzate e catturate dalla sua batteria.

Flessibile, che interpreti Petrucciani o accompagni il folk di Giua, che sia la musica di Monk o quella di Vezzoso o Marangolo ogni brano porta la firma della sua personalità eclettica e sensibile, senti quel ritmo che ti fa muovere i piedi, ti attraversa e ti fa vibrare il cuore.

Cervetto 2

Ascoltarlo e guardarlo seduto alla sua batteria è un’esperienza, un tuffo in un mare di sensazioni; lui è come un innamorato che sogna la sua donna, chiude gli occhi, solleva le spalle, poi sorride e spazzole e bacchette sono come prolungamenti della sue mani, i suoni ora leggeri ora potenti creano come un tappeto di colori, a volte tenui, a volte accecanti e l’atmosfera diventa magica.

Non ho alcuna pretesa di affrontare un discorso di tecnica, parlo solo delle emozioni che Rodolfo trasferisce nella sua musica, quelle che si scoprono quando la musica ha inizio e arrivano dirette, oltrepassando il limite della coscienza e ignorando qualunque esperienza tecnica, raggiungono l’anima e si insediano senza chiedere permesso con una prepotente dolcezza.

Rodolfo e il suo jazz ci danno un po’ di oblio, ci conducono per un po’ fuori dal mondo e regalano un po’ di riposo alla ragione

Cervetto 3

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