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Al centro di Piazza Statuto c’è un imponente monumento, dedicato alla realizzazione del Traforo ferroviario del Frejus.

Il monumento, concepito dal Conte Marcello Panissera di Veglio, presidente dell’Accademia Albertina di Belle Arti, ed inaugurato nel 1879, consiste in una piramide di enormi massi provenienti proprio dallo scavo del traforo; la piramide è sovrastata da un Genio alato, sotto il quale trovano posto le figure marmoree dei Titani abbattuti.

Il tutto è un’allegoria del trionfo della ragione sulla forza bruta, nello spirito positivista dell’epoca in cui fu realizzato.

Tuttavia, nella tradizione popolare a questo significato originario se ne è sovrapposto un altro, secondo cui il monumento celebra invece le sofferenze patite dai minatori dell’epoca per realizzare l’opera.

Le leggende della Torino Magica contribuirono alla credenza che piazza Statuto, probabilmente per la sua posizione verso Ovest nella città, ossia verso le tenebre, avesse un qualcosa di malefico, fino a farne, nell’ambito delle leggende sulla Torino magica, il vertice del triangolo della magia nera (gli altri sarebbero Londra e San Francisco).

Ulteriore curiosità è derivata dalla scoperta della sparizione lo scorso anno della stella in cima al genio alato.

Leggenda vuole che il vertice di tale triangolo cada nel punto indicato da un piccolo obelisco con un astrolabio sulla sommità, situato nell’aiuola del piccolo giardinetto di fronte al monumento del Traforo del Frejus.

In realtà questo obelisco fu eretto nel 1808 su un punto geodetico, in ricordo di un vecchio calcolo trigonometrico del 1760 sulla lunghezza di una porzione di meridiano terrestre (il Gradus Taurinensis), eseguito insieme ad altri punti geografici nei comuni piemontesi di Rivoli (nel quale c’è un obelisco gemello), di Andrate e di Mondovì, ad opera del celebre geofisico matematico piemontese Giovanni Battista Beccaria.

Secondo le credenze popolari la piazza era indicata esattamente sul 45° parallelo, ma non è così. In realtà la piazza non si trova neanche sull’8° meridiano (il più vicino alla città). Il 45° parallelo attraversa il territorio torinese nei pressi di Stupinigi (proprio di fronte alla palazzina di caccia dei Savoia).

Gli studi per la determinazione del meridiano sul quale si troverebbe Torino furono portati avanti da Giovan Battista Beccaria, chiamato personalmente dal re Carlo Emanuele III e venuto da Palermo per Insegnare Fisica all’Università degli Studi di Torino.

Beccaria si occupò della determinazione del meridiano (e non del parallelo) sul quale si trovava Torino. Aveva ipotizzato che passasse proprio per piazza Statuto, ma in realtà non è così.

L’obelisco in piazza Statuto (chiamato Guglia Beccaria) sta a ricordare gli studi operati dal fisico palermitano. A quest’ultimo fu anche intitolato il piccolo tratto di corso (che fu anche il corso più corto di Torino, 100 m, il cui primato andò poi a corso Ciro Menotti, di soli 60 metri) che parte dal giardinetto dell’obelisco verso il corso Principe Eugenio.

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