Foto di Cristina Tessitore
La Certosa Reale di Collegno nacque come monastero nella città di Collegno. La costruzione fu commissionata nel 1641 da Cristina di Francia, reggente di Savoia, sul modello architettonico della Grande Chartreuse di Grenoble (Francia).
Dal 1595 i monaci della Certosa di Banda, una località sopra Villar Focchiardo, si erano trasferiti ad Avigliana ma, nel 1629, il duca Carlo Emanuele I era stato costretto, per ampliare le fortificazioni della città, a sfrattarli, promettendo però di trovar loro una nuova sede. Tuttavia la guerra, lapeste e la pace di Cherasco impedirono al duca, che era ormai morto, di mantenere i suoi propositi, e i certosini tornarono a Banda. Però il nuovo duca, Vittorio Amedeo I, non dimenticò i propositi del padre e riuscì a giungere ad un accordo con i Certosini, a cui fu data l’abbazia valsusina, con l’obbligo di officiare anche la cappella di Santa Maria. Recatosi a Grenoble fu ospitato nella Grande Chartreuse, casa madre dell’ordine certosino. Dopo aver sentito la Santa Messa, fece voto che se avesse ottenuto la pace, avrebbe edificato una certosa nella Metropoli di Collegno. Fu così che la primavera successiva fu edificata la Certosa reale di Collegno.
LO SMEMORATO DI COLLEGNO
Il caso Bruneri/Canella, noto anche come lo smemorato di Collegno è un famoso caso di cronaca accaduto in Italia a partire dal 1926, riguardante la riapparizione di un uomo ritenuto disperso in guerra.
L’identità dell’uomo fu oggetto di un caso di cronaca e di un procedimento giudiziario.
Due furono le identità, al centro della controversia, attribuite allo smemorato:
• il professor Giulio Canella dato per disperso durante la prima guerra mondiale, studioso e docente di filosofia, nato a Padova nel 1881, figlio di un letterato. Si trasferì una volta finiti gli studi classici a Verona, dove divenne direttore di una Scuola Magistrale. Nel 1909 fondò con padre Agostino Gemelli la Rivista di filosofia neoscolastica, e nel 1916 fondò il quotidiano Corriere del mattino, una testata di stampo cattolico.
Nello stesso anno ebbe la sua seconda figlia; pochi mesi dopo venne richiamato nell’esercito. Canella era sposato con la propria cugina, Giulia Concetta Canella, figlia di un ricco proprietario terriero che aveva grossi interessi economici in imprese brasiliane.
• Mario Bruneri tipografo torinese nato nel 1886. Bruneri era un anarchico che viveva senza fissa dimora, ed era ricercato dal 1922 per via di alcune condanne precedenti per truffa e lesioni.
La vicenda ispirò molta produzione letteraria, cinematografica
Il 9 luglio 2014 il programma televisivo RAI Chi l’ha visto, in un servizio dell’inviato Giuseppe Pizzo, annuncia i risultati dell’analisi del DNA effettuata dalla genetista Marina Baldi sui discendenti viventi di Canella (Julio e Francesco figli di Beppino Canella, a sua volta figlio certo del Prof. Canella, in quanto concepito antecedentemente alla sparizione in guerra del professore) e sul figlio dello smemorato di Collegno (Camillo, nato il 31 dicembre 1929 e residente in Brasile). Il risultato dell’esame è stato consegnato, in busta chiusa, al discendente Julio Canella, il quale non ha fatto affermazioni precise, ma la sua evidente delusione ha lasciato capire che l’esito del test non abbia confermato la tesi sostenuta da decenni dalla famiglia Canella.