E’ ricominciata ieri sera, con due film appena usciti, uno francese e l’altro americano, in versione originale sottotitolata, l’avventura controcorrente del Cinema Centrale di via Carlo Alberto, 27.
La storia del Centrale aveva avuto inizio nel settembre del 1939 quando fu fondato con il nome di Cinema Carlalberto (poi Carlo Alberto) e, fino al 1966, Cinema Asti. Tra le date storiche, da ricordare il 30 gennaio 1968, che vide la nascita dell’Aiace torinese, una delle associazioni tuttora più rappresentative del cinema di qualità cittadino. In quell’occasione, il Centrale, come era stato ribattezzato due anni prima, assunse ufficialmente il nome di «Centrale d’Essai».

La capienza è stata ridotta a 128 posti, soprattutto per minimizzare “l’effetto tram” che procurava, grazie all’accorciamento della sala di diversi metri, oltre che dallo sfalsamento delle sedute.
Il titolare ha dichiarato: “Abbiamo metabolizzato l’avvento della Rai e delle tv private, poi del vhs e ora supereremo anche Netflix. Il cinema è un’espressione di socialità e, potete starne certi, non morirà così facilmente”.
Ed in effetti, nonostante i lunghi periodi di crisi, l’amore tra la “città italiana del cinema” e le sale è ormai di lunghissima data.
Ed oltre ai Cinema più noti, sono moltissime le sale che hanno regalato nel ‘900 a Torino la magia della pellicola.
Qualche esempio?
Il cinema Ghersi, splendida sala inaugurata nel dicembre del 1915, poi abbattuta nel 1935 perchè mancava di pochi centimetri l’allineamento con la nuova via Roma.
Altro esempio il Nuovo Cinema Splendor, progettato da Fenoglio nel 1909, anche questo nella vecchia via Roma.
E tanti sono stati i primati torinesi per le sale.
Il primo schermo per proiezioni in Cinemascope attivo in torino fu installato nel cinema Reposi per il natale del 1953.

Ed invece la nuova tendenza multisala arrivò nel 1983, in quello che era stato il Cinema Moderno Monginevro, poi diventato Brovetto ed infine Eliseo, prima multisala italiana.