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Genova protagonista in jazz e immagini il racconto di una citta narrata in musica e scatti di grande suggestione.

Quanto Rodolfo Cervetto fosse uno straordinario musicista e quanto le sue performaces fossero il risultato di una grande competenza e sensibilita lo avevamo scoperto da tempo, ma che fosse un organizzatore di un concerto cosi particolare, ricco di fascino ma anche difficile come “Ritratti”, questo ci stupisce e la meraviglia lascia quasi senza parole.

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Quando le luci dell’Archivolto si spengono quello che cattura l’attenzione e’ l’immagine anzi le immagini che scorrono lentamente e il cervello le registra come fossero una sorta di video in slowmotion poi….. la percezione della musica, che sembra arrivare come da un mondo lontano.

Nell’immediato l’attenzione selettiva, sceglie di volta in volta tra le note e la staticità dell’immagine, ma inaspettata si crea l’alchimia, le percezioni uditive e visive si fondono, la musica narra le foto e le foto raccontano la musica in uno scambio di emozioni tanto veloci quanto intense.

Gli scatti di Maurizio Logiacco sapientemente scelti hanno una potenza narrativa di grande impatto, una rappresentazione della realtà filtrata attraverso gli occhi dell’artista.

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Ritratti: la donna anziana un un po distesa forse sognante o solo stanca, le foto dei caruggi, le ragazze in attesa dei clienti e il ricordo di concerti, sempre in un crescendo di emozioni, gli angeli del fango che ripuliscono la citta dall’inondazione, le scritte sui muri, e a completare il quadro il contrabasso di Dino Cerruti che aggiunge le parole, creando un dialogo tra lo strumento e gli scatti che prendono ad animarsi e vivono insieme alle note.

La musica è a tratti triste a tratti allegra ma sempre coinvolgente e quando le note leggere di “Ma se ghe penso”, una storica canzone in lingua genovese, scritta nel 1925 e divenuta presto simbolo della cultura musicale ligure, ci accarezzano allora nel teatro l’emozione si trasforma in vera commozione: “Genova è dei genovesi” e forse per questo appartiene un po’ a tutti.

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Il lavoro della macchina fotografica non si ferma e arriva ad esplorare e narrare l’Eros del cimitero monumentale di Staglieno, donne nascoste da veli che lasciano trasparire le nudita, pose di grande erotismo e il pianoforte di Tarantino aggiunge con le sue note un racconto ad un racconto fuori dal tempo e fuori dallo spazio insomma fuori dal reale.

A rendere l’immagine piu espressiva e forte e potente è la batteria di Rodolfo Cervetto, vigoroso, passionale e intenso più che mai: mentre combatte ritmicamente con la melodia, guarda la foto, sorride e crea la sua musica. Un jazz che ha legami forti con il racconto della vita, ma anche con la morte, con la bellezza e con i ricordi.

L’improvvisazione, la perfetta intesa tra i musicisti e la creativita di tutti ha illustrato e celebrato il non detto che resta a mezz’aria tra note e forme: un perfetto dialogo tra impressione visiva e percezione musicale. Dopo un concerto che ha saputo cosi bene interpretare tanti aspetti della vita e di una splendida citta, da Rodolfo ci aspettiamo ancora di piu, perché sono pochi quelli che sanno regalare quei sogni che vivono una loro vita che va oltre la realta e che restano scolpiti nel cuore e nella mente.

Ritratti – commenti musicali su fotografie di Maurizio Logiacco,

Loris Tarantino al piano, Dino Cerruti al contrabbasso e Rodolfo Cervetto alla batteria.

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