Il Castello della Rotta è un antico edificio di origine medievale situato a Moncalieri, alle porte di Torino.
Il maniero, quando fu costruito, era posto a difesa del ponte sul torrente Banna, su cui passava la strada romana proveniente da Pollenzo.
Sul suo insolito nome sono state proposte molte spiegazioni: rotta (sconfitta militare), rotha (roggia, fossa irrigatoria), rotta (rottura di argini, luogo aperto, la via rupta, ovvero la rotta delle navi).
Il castello mutò spesso proprietario: dai romani, ai longobardi, ai templari (lo tennero per oltre trecento anni), e nel Cinquecento ai Savoia. Fu testimone di due battaglie: Tommaso Francesco di Savoia, principe di Carignano (da cui discenderanno i re d’Italia), vi subì, nel 1639, una disfatta con l’esercito francese e, nel 1706, mentre i francesi assediavanoTorino, fu adibito a deposito di polvere da sparo per rifornire clandestinamente gli abitanti della città.
Ma perché è tanto noto? Per una strana caratteristica…
Nei primi anni del Novecento il castello della Rotta si trovava in stato di abbandono e ciò, a causa anche della ubicazione e dell’essere stato a lungo un possesso templare, favorì il sorgere di leggende e miti su presenze soprannaturali che lo infesterebbero.
A detta degli “appassionati”, comunque, il castello avrebbe la fama di essere il più infestato d’Italia.
Riassumiamo allora “tra il serio ed il faceto” la lista delle presenze che si sarebbero manifestate nelle sue stanze:
1. un cavaliere armato sul suo destriero,
2. un sacerdote criminale,
3. un corteo rituale di ecclesiastici (ogni 14 giugno),
4. una nobile forse suicida,
5. un’anziana tata rea di aver provocato la scomparsa di un bimbo,
6. un cardinale seduto e intento a leggere un libro
7. un uomo vestito di nero che ritorna nel luogo della propria morte.
E voi, avete altre presenze da aggiungere a questa lista?

