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Nel sonnacchioso girovagare tra news e notizie di un torrido sabato di fine giugno, scopro che la nazionale di Calcio Inglese (attenzione, per una volta nulla a che vedere con la #brexit) è disturbata nel riposo del suo splendido ritiro francese, al Castello di Chantilly, nientemeno che da un turbolento quanto impalpabile “ospite” del maniero: il fantasma di Francois Vatel!

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Vatel? Il fantasioso chef interpretato qualche anno fa da Gerard Depardieu sul grande schermo?
Si, proprio lui.

E in attesa dell’arrivo dei ghostbusters a salvare la difficile preparazione degli inglesi, sono andato a curiosare nella storia di questo bizzarro personaggio francese.

Tanto per iniziare, un maestro di cucina che ha avuto la capacità e l’inventiva di creare la Crema Chantilly (lui l’aveva battezzata con altro nome, ma per politica e convenienza l’aveva poi rinominata), non può cadere nel dimenticatoio.

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Dopo aver iniziato l’apprendistato giovanissimo in  un laboratorio di pasticceria, aveva iniziato a lavorare per ricchi consiglieri e ministri di Luigi XIV, dovendo però spesso cambiar padrone, in un periodo in cui si faceva presto a passare dagli altari alla cenere, nelle simpatie del re.

Ad un certo punto si trovò a dover aiutare il principe di Condé (caduto in disgrazia dopo il suo ruolo nella Fronda del 1652), che disperatamente voleva riacquistare i favori del re.

Gli fu chiesto di organizzare una festa della durata di tre giorni e tre notti con tre sontuosi banchetti per ogni sera. Oltre a Luigi XIV, alla festa presero parte 3.000 membri della corte di Versailles e 600 tra cortigiani minori e servitori.

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Vatel organizzò tutta la festa in soli 15 giorni preparando menu elaborati e spettacolari, ricchi di pietanze uniche.

Ma qualcosa andò storto.

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Venerdì 24 aprile 1671, come da tradizione si sarebbero serviti in tavola pesce fresco e molluschi. Vatel si era preoccupato che il pesce fosse pescato appena il giorno prima e che, durante la notte, viaggiasse dal porto di Boulogne sino a Chantilly.

Ci furono ritardi e le pietanze non furono sufficienti per tutti.

Ossessionato dalla dedizione assoluta al lavoro e dalla maniacale precisione, Vatel, si chiuse nella sua stanza, e si uccise trafiggendosi con la spada.

Morì per la vergogna, mentre il principe di Condè riusci a rientrare nelle grazie del Re.

Mi viene da pensare che l’ospite rumoroso del castello sia davvero il fantasma di Vatel, intento a recuperare con uno splendido banchetto a base di pesce, quanto non riuscì alla perfezione in quel venerdì di primavera del 1671.

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