Report di Giorgia Stroppiana
Se stai leggendo questo articolo, probabilmente ti sarà già capitato di imbatterti nella lettura di una o più fake news.
E quando solo in un secondo momento ti accorgi della falsità della notizia, cominci a pensare: “Avrei potuto accorgermene prima? Come ho potuto credere a ciò che c’era scritto?”.
Dopo questi episodi la tua mente resta confusa, estraniata, non riuscendo a distinguere il falso dal vero.
Il motivo per cui accade ciò è più complesso di quel che sembra; si tratta di un fenomeno cognitivo: l’avarizia cognitiva.
Quando leggiamo svariate informazioni, finiamo per crederci perché il nostro cervello parte inconsciamente dal presupposto che la notizia sia vera.
Siamo abituati a semplificare le situazioni complesse in processi semplici, minimizzando ed evitando così gli sforzi cognitivi.
Con l’accumulo di informazioni il nostro cervello va in una sorta di crash cognitivo, per questo motivo l’evoluzione ci ha portati a usare il minor sforzo mentale possibile.
Quindi tendiamo a ricordare solo i dettagli della notizia letta, senza soffermarci a verificare se si tratta o meno di una notizia falsa. Inoltre quest’ultime circolano velocemente e rimangono più impresse perché sono costruite apposta per mettere in gioco le emozioni.
In questo modo però le notizie false danno forma al nostro pensiero, attivando costruzioni mentali sulla base delle quali noi leggiamo una realtà: la nostra realtà.
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