Qualche tempo fa mi è capitato per puro caso di imbattermi in un personaggio che non conoscevo e che ha una storia che vale la pena di raccontare.
Il personaggio principale della storia è la Costituzione Italiana, ma non ho nessuna intenzione di polemizzare sul prossimo referendum. Anzi.
Quando nel dicembre del 1947 l’Assemblea costituente si apprestava al voto finale, Palmiro Togliatti, leader del PCI, ebbe una illuminazione: suggerire al presidente Terracini una pausa dei lavori dell’Assemblea, prima della votazione finale della Costituzione, ed un lavoro di pulizia linguistica degli articoli.
Il latinista Concetto Marchesi, eletto dell’Assemblea, ebbe l’incarico di dare una revisione finale, sotto il profilo della pulizia linguistica e della coerenza sintattica e stilistica, al testo della Costituzione della Repubblica italiana, in due settimane.
Un accademico che aveva lavorato a edizioni famose e diffuse nelle scuole dell’Eneide, si trovava a ripulire degli articoli su cui per quasi due anni si era lavorato, spesso discutendo per giorni su singole parole.
E Marchesi limò parola per parola la struttura, modificò senza cambiare il significato, soppesò i termini.
Grazie alla tensione etica di tutta l’Assemblea, ma anche delle puntigliose revisioni di Marchesi, il testo originale della Costituzione viene considerato da molti, anche stilisticamente, un capolavoro, in termini di sobrietà, di essenzialità e di eleganza del linguaggio.
Un esempio?
L’articolo 11, che sostanzialmente avrebbe dovuto essere una condanna della guerra.
Su verbo da usare, i Costituenti si interrogarono a lungo.
Qualcuno propose di scrivere “l’Italia condanna la guerra”, ma altri obiettarono che condanna esprime più un valore morale che giuridico. Altri proposero la formula “l’Italia rinunzia alla guerra”, ma altri ancora dissero che si “rinunzia” a un diritto, e non c’è un diritto a fare la guerra.
E così arrivò il termine ripudia:
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali […]”
Ma il mio preferito è l’articolo 9. Lo trovo semplicemente straordinario!
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”
Un capolavoro da cui forse dovremmo ripartire…