Come un’elegante regina vestita d’oro, così la basilica di Superga osserva dall’alto la sua Torino. Sebbene scorgendola dalla città possa sembrare quasi timida e dimessa, è sorprendente quanto, in realtà, essa acquisisca maestosità e splendore sempre maggiori man mano che, con la storica tranvia, ci si dirige verso la sommità della collina. E pare che ad ogni metro in più di ondeggiante e stentata risalita lei voglia attirare a sé con uno sguardo che si carica di crescente forza magnetica. Scendendo dalla tranvia, mentre si risale a piedi per il sentiero inclinato, lei fa capolino mostrando la sua elegante cupola barocca;
ma l’autentica meraviglia avviene quando si arriva sullo spiazzale antistante la basilica ed è solo in quel momento che lei si manifesta in tutta la sua grandiosa e straordinaria imponenza. Gli occhi si riempiono e cercano, per quanto possibile, di racchiudere all’interno dello sguardo stupefatto la totalità della struttura architettonica.
L’atmosfera appare più densa, improvvisamente pura e, fatta eccezione per le limpide giornate estive, si ha la sensazione di camminare fra le nuvole.
Tutt’intorno a lei aleggia una sensazione di solenne silenzio, quasi irreale, interrotto solamente da qualche timido cinguettio. Pare che, negli anni, l’aria che la circonda si sia caricata di una sorta di sincero rispetto in seguito al doloroso ricordo del quale è portatrice. E’ qui che ogni anno viene celebrata la messa in memoria della tragedia del Grande Torino, avvenuta nel 1949. In particolari condizioni di luce, è possibile intravedere un’ impercettibile aura che incornicia la struttura, quasi ad indicare che è proprio qui che riposano alcuni membri di Casa Savoia. Affacciandosi al muretto, contornato fra un albero e l’altro, si può ammirare quello che Rousseau definì “il più bello spettacolo che possa colpire l’occhio umano” e si ha la percezione di come lei, la regina dorata, possa sentirsi fiera e possente nel dominare dall’alto una città che appare dipinta da colori tenui e sfumati.