JR ha scelto la più grande galleria del mondo per mostrare la sua arte.
Pochi minuti fa, con un post sulla sua pagina Facebook, l’artista francese JR ha annunciato la conclusione dei lavori di montaggio della sua ultima performance, al Louvre di Parigi, una performance che trasformerà completamente per un weekend la piazza, nascondendo completamente alla vista la Piramide di Pei.
Da una decina di anni a questa parte, monumentali collage fotografici dell’artista hanno cominciato ad apparire sui muri delle città in tutti e quattro gli angoli del globo. “La cosa più importante”, spiega l’artista francese, “è dove ho messo le mie foto e il significato che assumono a seconda del luogo”.
Che si tratti del Medio Oriente, delle favelas di Rio, baraccopoli del Kenya, New York, Le Havre o Shanghai, le opere di JR non lasciano indifferenti.
Il suo approccio così spettacolare fa scaturire domande circa la creazione artistica, il ruolo delle immagini nell’era della globalizzazione, e il loro uso diffuso, da ambienti intimi alla distribuzione di massa.
Invitato dal “più grande museo del mondo” – che genera anche la maggior parte dei selfie – JR ha messo gli occhi su uno dei simboli del Louvre, la Piramide, che intende trasformare con un’immagine anamorfica sorprendente.
L’artista francese ha conquistato l’attenzione del pubblico alcuni anni fa. Durante le proteste nelle periferie parigine era sceso in strada con una macchina fotografica e un obiettivo da 28 millimetri, adatto a scattare le immagini da distanze ravvicinate. In seguito, al centro della capitale ha esposto gigantografie che ritraevano i volti idealizzati di di abitanti delle aree marginali. E ha conquistato il palcoscenico internazionale.
Secondo la leggenda, JR inizia ad avvicinarsi alla fotografia nel 2000, dopo aver trovato nella metropolitana una macchina fotografica con un obiettivo 28 mm.
Nasce così una passione che lo porterà nel 2003 a viaggiare da Parigi agli Stati Uniti, passando per Roma, Berlino, Amsterdam, Bruxelles.
Del 2007 è il progetto “Face 2 Face” che lo porta in Israele a realizzare ritratti di gente comune ma di religione opposta che combattono tra loro. JR incolla sul muro di separazione tra Israele e Palestina circa una ventina di foto 6 metri per 3 che ritraggono gente comune palestinese con un lavoro comune (insegnanti piuttosto che autisti, meccanici o camerieri) e li affianca a ritratti di israeliani che fanno esattamente lo stesso lavoro. Il progetto realizzato su entrambi i lati del muro di separazione, ha una risonanza immediata acquisendo immediatamente una forte connotazione politica.