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Prima di partire per il viaggio veneto con Flixbus, era stato il mio barbiere Rocco a fornire la chiave di volta. Chiacchierando amabilmente un sabato mattina, tra colpi di forbice e pettine e filippiche arrembanti ed accese sugli europei di calcio e sul calciomercato di la da venire, mi aveva intimato: “il Veneto non è solo Venezia, E Venezia non è solo Piazza San Marco”.

“Ok Rocco. Ricevuto!”

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Decidere una lista di luoghi da visitare quando si hanno a disposizione poco più di due giorni e due città d’arte come Padova e Venezia, è compito davvero arduo.

Qualsiasi scelta può essere a posteriori piena di rammarico per un’occasione mancata, per un luogo non visitato.

Ma la missione che ci eravamo prefissati non poteva contenere ripensamenti ed era guidata da un paio di serate di consulto familiare: era dai tempi delle partite a Risiko all’università che non provavo a tener duro sui miei obiettivi, attento alle scelte dei compagni di gioco…

E di seguito trovate le “note di viaggio” di Padova, che hanno permesso la visita a luoghi splendidi, a volte curiosi, ricchi di storie da raccontare e con un budget sostenibile.

Uno dei luoghi simbolo della città è la Cappella degli Scrovegni.

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Da ragazzino, appassionato di astronomia, avevo scoperto che Giotto, nel passaggio della cometa di Halley del 1301 (l’astro che passa vicino a noi ogni 75 anni), ne era rimasto così colpito da riprodurla all’interno della Cappella padovana che stava affrescando in quel periodo, per conto della famiglia di banchieri Scrovegni. E per “L’adorazione dei Magi” aveva realizzato una vera forzatura artistica: era la prima volta che la “stella di Betlemme”, guida dei Re magi, veniva ritratta come una cometa.

E allora si decide di andare a visitarla

La Cappella degli Scrovegni

La Cappella fa parte di un gruppo monumentale legato ai Musei Civici.

Si accede all’interno della cappella dopo aver sostato circa15 minuti in un’area di compensazione, nata per proteggere il monumento dall’attacco di agenti esterni.

Quando Enrico Scrovegni commissionò a Giotto gli affreschi della Cappella che aveva deciso di far erigere in segno di devozione a Maria (e per chiedere perdono per i suoi peccati), non penso immaginasse che sarebbe nato un monumento dell’umanità, un luogo di contemplazione mistica.

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E’ davvero impressionante la controfacciata su cui è raffigurato il Giudizio Universale.

Si ha a disposizione circa un quarto d’ora per ammirare la cappella. Il consiglio è di ascoltare il documentario proiettato prima dell’ingresso e non perdere molto tempo a scattare foto.

Lasciate perdere gli scatti e i selfie, sicuramente due cartoline saranno sufficienti ed intanto avrete goduto per un quarto d’ora di un’opera incredibile.

Respiro lungo all’ingresso e immersione in questo oceano di arte, lasciandosi guidare dalla potenza dei colori e delle rappresentazioni.

Piccolo consiglio: all’interno della struttura museale che è possibile visitare con lo stesso biglietto di ingresso si può ammirare una splendida Pinacoteca. Dedicatele almeno mezz’ora. Ne varrà la pena.

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Palazzo della Ragione

Al termine della visita al capolavoro di Giotto, scopriamo che in città un altro luogo custodiva un tesoro dell’artista, l’interno di Palazzo della Ragione, che raccoglieva in passato una serie di affreschi che si legavano a temi astrologici.

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Un incendio del 1420 ha distrutto completamente gli affreschi, ma vale la pena di visitare il Palazzo. Lo trovate tra le due piazze principali delle Erbe e delle Frutta, sedi dei mercati padovani.

Il Palazzo era l’antica sede dei tribunali cittadini di Padova.

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Il piano superiore è occupato dalla più grande sala pensile del mondo, detto “Salone” (misura 81 metri per 27 ed ha un’altezza di 27 metri) con soffitto ligneo a carena di nave.

Il Salone è affrescato da un grandioso ciclo di affreschi a soggetto astrologico: per gli appassionati di astrologia, praticamente un’enciclopedia dipinta.

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Lo Spritz di Padova

Impossibile perdere uno dei simboli di Padova. Andiamo a gustarlo in una via del centro, in uno dei luoghi simbolo dell’aperitivo veneto.

In tutto il Veneto quello dell’aperitivo è un rito comune e rappresenta un consolidato momento di aggregazione. L’aperitivo veneto per eccellenza è lo Spritz, negli ultimi anni diventato un ambasciatore italiano, una bevanda popolare e richiestissima anche all’estero.

E’ un aperitivo miscelato, dal grado alcolico abbastanza contenuto – raggiunge normalmente i 12/15 gradi – composto in parti uguali da vino bianco, acqua gassata e Aperol o Campari, servito con ghiaccio  e guarnito da una fettina di arancia o una scorzetta di limone, e opzionalmente da un’oliva.

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Ed all’ora dell’aperitivo, tanti padovani (tantissimi gli studenti) si ritrovano nelle piazze e nelle vie adiacenti per consumare uno Spritz.

I posti più caratteristici dove consumarlo sono i locali che si affacciano su Piazza delle Erbe e Piazza dei Frutti, nelle vie dell’ex Ghetto Ebraico, in Piazza dei Signori e in Piazza Duomo.

Noi ci siamo fermati a consumarlo nella Locanda Peccatorum, all’angolo tra Via San Martino e Solferino e via Fabbri.

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E troviamo uno spritz e degli spunciotti, tipici della migliore tradizione dei bacari veneziani (le osterie tipiche venete) e diversi piatti completi dai pasticci alle polentine, con una nota di merito alle polpette!

Università di Padova, Palazzo Del Bò

L’Università di Padova è stata fondata nel 1222, seconda in Italia, fra le più antiche al mondo. Qui ha insegnato Galileo Galilei ed hanno studiato scienziati che hanno fondato la medicina moderna.

« Ammesso che l’onore di essere stata la sede della rivoluzione scientifica possa appartenere di diritto a un singolo luogo, tale onore dovrebbe essere riconosciuto a Padova »

(Sir Herbert Butterfield in Le origini della scienza moderna, 1962)

La visita nel palazzo in cui è nata l’Università, Palazzo del Bò è davvero interessante, ricca di scoperte. Un salto nel tempo che permette di immergersi in atmosfere quasi rarefatte.

E’ possibile visitare alcune delle aule in cui si faceva lezione o si insignivano le lauree. Tra tante curiosità, lo scranno su cui per tanto tempo ha insegnato Galileo Galilei.

E poi la stranissima auletta in cui si insegnava anatomia, alla luce delle candele.

In questa aula, il “Teatro Anatomico”, ha assistito a tante lezioni di anatomia ad esempio William Harvey, scopritore della circolazione sanguigna, anche lui studente, nei primi anni del ‘600, dell’Università di Padova.

Teatro

E non si può non ricordare che nel 1678 si è laureata proprio in una delle aule che visitiamo la prima donna al mondo, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia.

La visita si sta rivelando ricca di sorprese, ma ad un certo punto prende il sopravvento una insistente sensazione di appetito.

La Trattoria da Pippo

Una parte della giovane delegazione fa presente di voler apprezzare da vicino le bontà enogastronomiche della città, senza se e senza ma.

E’ difficilissimo scegliere, ci vengono segnalati una infinità di posti in cui poter vivere una “gustosa” serata, ma decidiamo di provare l’opzione “Trattoria da Pippo” che ci incuriosisce molto, perché viene presentata su guide e in referenze in rete come low cost e di alto livello, genuina e “vera”.

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Non possiamo esimerci dalla prova e ci andiamo convinti.

Per i possibili detrattori della prima ora, il consiglio è quello di non fermarsi alle apparenze.

Ci troviamo davanti ad una classica trattoria di altri tempi. All’interno l’arredamento conferma la prima impressione, mancano forse solo le tovaglie a quadri per rispettare tutti i cliquet che si usano in questi casi.

E, meraviglia, scopriamo una cucina davvero eccellente. Vera. Di tradizione. Le foto potranno raccontare meglio di mille descrizioni.

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Nessuna concessione a frivolezze o aggettivi eleganti e una immersione in sapori diretti e sinceri.

Su tutto un fantastico baccalà “alla padovana” e dei carciofi divini.

Ma la conferma più grande arriva a fine pasto. Quattro coperti completi, con bevande, vino, acqua, primi, secondi e dolci (+ caffè) ci costano in totale 62 euro. Non male!!!

Il Musme

Ultima delle tappe padovane è il nuovissimo Museo della Medicina.

Il Museo è stato allestito all’interno degli spazi restaurati dell’ex Ospedale di San Francesco Grande – luogo di assistenza sanitaria e carità fondato da Baldo dé Bonafari e Sibilla de Cetto nel 1407, in uso fino al 1798.

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E’ un museo unico nel suo genere. Merita una visita approfondita: un museo moderno, interattivo, dove la tradizione si coniuga perfettamente con i nuovi ritrovati della tecnologia.

Le prime due sale del Museo di Storia della Medicina sono dedicate alla storia dell’edificio e agli anni della rivoluzione scientifica; poi si continua con le sale dedicate ad anatomia, fisiologia, patologia e terapia, che rispondono rispettivamente alle domande “Com’è fatto il corpo umano?”, “Come funziona il corpo umano?”, “Come si guasta il corpo umano?” e “Come si cura il corpo umano?”.

Sei sale tematiche e su tutto un grande Teatro anatomico moderno, una sala in cui è protagonista assoluto un modello di corpo umano lungo 8 metri.

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Consigliatissimo, per adulti e bambini.

Finisce il tour padovano, viene l’ora di ripartire. Tanta allegria, un po’ di stanchezza e un viaggio intero per ricordare e rimettere a fuoco, a bordo del fido autobus Flixbus.

[3 – CONTINUA]

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