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Si disputò giusto 30 anni fa, l’11 settembre 1988 sull’Autodromo Nazionale di Monza. Fu la dodicesima prova del mondiale 1988 e vide la vittoria di Gerhard Berger su Ferrari, seguito da Michele Alboreto, il loro saluto commosso al Drake, che un mese prima se ne era andato a correre tra le curve del cielo.

Fu una gara stranissima, in una stagione in cui i motori Honda delle Mclaren schiantarono la concorrenza, capaci di sfruttare al meglio la limitazione di pressione del turbo, attraverso le famigerate valvole PopOff della Federazione Automobilistica, nell’ultima stagione per i motori sovralimentati.

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Magic Senna conquistò la decima pole position stagionale, battendo di tre decimi il suo compagno di squadra Prost; dietro alle due McLaren si qualificarono le due Ferrari di Berger e Alboreto, seguite dalle due Arrows di Cheever e Warwick.

Ma la gara era iniziata qualche settimana prima…quando Nigel Mansell, pilota Williams si era dovuto fermare per una banalissima varicella (forse solo diplomatica, visto che ormai viveva da separato in casa, in attesa di arrivare nel 1989 alla Ferrari).

La Williams sostituì Mansell, ancora debilitato dalla varicella, con il collaudatore Jean-Louis Schlesser.

Al via Senna mantenne il comando davanti a Prost, Berger e Alboreto; non ci furono variazioni importanti fino al 31º passaggio, quando il francese si dovette ritirare per un problema al motore.

Poco dopo, Michele Alboreto, intuendo le difficoltà della Mclaren, spaventata dalla rottura del motore di Prost, iniziò una furiosa rimonta, che convinse l’altro alfiere Ferrari, Gerhard Berger, a spingere oltre ogni limite, accorciando giro dopo giro la distanza dal leader Senna.

Senna sembrava ormai avere la vittoria in pugno quando, a due giri dalla fine il gran colpo di scena: Senna arriva veloce in prima variante, si ritrova la Williams-Judd di Schlesser davanti da doppiare e senza aspettare, forza il sorpasso. Schlesser “blocca” in frenata, non vede la macchina bianco-rossa che lo sta prepotentemente infilando, Senna non capisce, si infila ma lo spazio manca, le ruote si toccano e salta il puntone di una sospensione. Il brasiliano è fermo sul cordolo, non può ripartire.

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Passa Berger incredulo, Alboreto intuisce l’accaduto e fa gli ultimi due giri a suon di record, ma non riesce a sorpassare Berger.

E poi solo due giri di tripudio e, sotto il podio, una marea rossa.

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