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Abbiamo scoperto che in questi giorni si festeggiano i 10 anni dell’arrivo del sottomarino Enrico Toti al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Ed abbiamo provato a cercare qualche informazione in più sul suo ultimo viaggio…

E’ la sera dell’8 agosto 2005 quando a Corte Madama, frazione di Castelleone – comune di neanche 9000 anime alle porte di Cremona – un ospite “ingombrante” riparte alla volta di Milano. L’ospite in questione è lungo 46 metri e pesa 340 tonnellate. E’ il sottomarino Enrico Toti, dismesso dalla Marina Militare e da questa donato al Museo delle Scienza e delle Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.

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Il sommergibile sta compiendo la sua ultima lunga missione: dovrà raggiungere il Museo milanese per poter diventare il primo sommergibile italiano visitabile.

L’ultimo viaggio del sommergibile sarà, strano a dirsi, su un percorso asfaltato di 93 chilometri da percorrere in sei giorni.

Tutto è cominciato quattro anni prima, quando si è cominciato a valutare, tra studi tecnici e simulazioni al computer, come trasportare il Toti fino a Milano.

Il Toti era partito dalla base navale di Augusta in Sicilia, il 5 aprile 2001 e trascinato dal rimorchiatore Polifemo aveva percorso 1.100 chilometri via mare e altri 300 nel fiume Po. Per fermarsi nel porto a Boretto, il 6 maggio, e poi a Cremona, dove ha dovuto attendere 4 anni per compiere l’ultimo tratto di viaggio.

A causa della sconfitta nella seconda guerra mondiale, all’Italia era stata vietata la costruzione di sottomarini secondo le clausole del trattato di pace. Decadute le clausole, l’Enrico Toti è stato il primo sottomarino costruito in Italia dal dopoguerra.

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Il sottomarino venne costruito a Monfalcone, dove venne varato il 12 marzo 1967 e consegnato alla Marina Militare nel gennaio dell’anno successivo.

Il 30 giugno 1999, l’unità militare, terminato il servizio attivo, venne donata al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, dove è conservata dal 14 agosto 2005.

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Tante le storie che una imbarcazione che per molti anni ha solcato i mari può raccontare.

Il soprannome siciliano ispirato da Verga

I motori diesel del sottomarino erano stati denominati dalla componente motoristi del sommergibile, il destro “Turiddu”, diminutivo in siciliano di Salvatore, ed il sinistro “Ianuzzu”, diminutivo di Sebastiano. Entrambi i nomi sono tipici della zona di Augusta e sono stati presi in prestito dalla letteratura del Verga.

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La vittoria del Toti nella esercitazione NATO

Durante gli anni settanta, nel corso di una esercitazione NATO, il sottomarino italiano riuscì a penetrare lo schermo delle unità di scorta di un gruppo da battaglia dell’US Navy, simulando l’affondamento della portaerei; dopo il riuscito “attacco” il sommergibile riemerse a fianco alla portaerei.

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Le Origini del nome ed il famoso predecessore

Il sottomarino è intitolato ad Enrico Toti, nome già utilizzato in precedenza per un sommergibile. Il primo Toti aveva prestato servizio nella Regia Marina dal 1928 al 1943.

E’ ricordato negli annali della marina per essere stato l’unico sommergibile italiano ad aver affondato in azione un’unità nemica, il sommergibile britannico HMS Triad (N53) mentre navigava nelle acque del Mare Ionio, il 15 ottobre 1940.

A questo episodio dell’illustre predecessore è associato un aneddoto che vale la pena di raccontare.

Il sommergibile stava rientrando a Brindisi per guasto ai motori ed avvistò, a una cinquantina di miglia dalla base pugliese, un sommergibile nemico (il britannico HMS Triad) che lo attaccò con un siluro; il Toti, dopo averlo evitato, si portò contro l’unità inglese e i due sommergibili aprirono il fuoco con cannoni e mitragliere. Le due imbarcazioni furono così vicine che il marinaio elettricista Nicola Stagi, ferito, non riuscendo ad azionare il cannoncino, ebbe un gesto di rabbia: si tolse una scarpa e la gettò contro l’imbarcazione nemica.

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