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Dopo essere stato a lungo ospitato in Piazza Castello, quest’anno a Torino, l’Albero di Natale è stato allestito in Piazza San Carlo.

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Ma sapevate che esiste uno strano precedente a questa situazione?

Torniamo indietro di quarant’anni.

Nell’autunno del 1979, uno dei simboli di Torino, il Caval ‘d brons, il monumento equestre a Emanuele Filiberto, necessitava di urgenti lavori di restauro.

Questo monumento è uno dei simboli della stessa città di Torino. Dai contemporanei, per l’imponenza e la maestosità, venne considerato degno di rivaleggiare con le più famose sculture equestri di Bartolomeo Colleoni o del Gattamelata.

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È l’ottobre del 1831 quando Carlo Alberto decide di far costruire un monumento pubblico per celebrare Emanuele Filiberto, il personaggio più rappresentativo della storia sabauda.

Dopo un primo bozzetto, bocciato, conservato oggi presso la Galleria d’Arte Moderna di Torino, il sovrano indirizzò l’opera sulla progettazione di una statua che fosse ornata di fontane. Per i dubbi sollevati dalla critica sull’estetica del complesso, anche in questo caso il disegno non trovò realizzazione, tanto più che in un decreto del 1833 lo stanziamento previsto di 210 mila lire era stato ridimensionato alla realizzazione di una statua bronzea con piedistallo in marmo e quattro figure laterali.

Carlo Marochetti
Carlo Marochetti

Se per la fusione del monumento, che avvenne a Parigi nelle officine Soyer e Ingé, non vi furono problemi, con l’ulteriore soppressione delle sculture accessorie si ebbe l’ennesima modifica del basamento, che alla fine venne realizzato con due bassorilievi raffiguranti la “battaglia di San Quintino” (1557) e il “Trattato di Cateau Cambrésis” (1559). Forte del successo ottenuto all’esposizione temporanea al Louvre, la statua, presa la via dell’Italia, venne solennemente inaugurata il giorno onomastico del sovrano, il 4 novembre 1838. Carlo Alberto, soddisfatto del lavoro, onorò Marocchetti del titolo di barone.

Il 21 e 22 settembre 1864 il monumento si trovò al centro della Strage di Torino e ancora oggi alla base del monumento, specialmente sul lato che volge alla stazione di Torino Porta Nuova, si possono vedere i fori delle pallottole che furono sparate contro i manifestanti disarmati.

Durante i bombardamenti dell’agosto del 1943 il monumento a Emanuele Filiberto fu messo in sicurezza con una apposita cassa in legno che venne scoperchiata dal soffio di una bomba dirompente caduta lì vicino; il monumento, però, risultò illeso.

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Nel novembre del 1979 il monumento fu rimosso e trasferito nel laboratorio di un marmista in lungo Dora per una completa pulitura mediante sabbiatura. Cavallo e cavaliere tornarono sul piedistallo in piazza San Carlo nel giugno del 1980.

Proprio in tale occasione, a Natale, perchè piazza San Carlo non sembrasse troppo vuota, venne messo sul piedistallo un albero di Natale.

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