Il Duomo di Torino, dedicato a San Giovanni Battista fu costruito sopra i resti di tre chiese che sicuramente versavano in cattivo stato, ma care alla devozione dei torinesi. Una chiesa con una lunga storia per certi aspetti misteriosa con drammi, complotti e assassini…
Il Duomo fu costruito per volontà del vescovo Domenico Della Rovere e sorge sull’area di tre chiese medioevali dedicate al Salvatore, a San Giovanni Battista e a Santa Maria. Il progetto, affidato all’architetto toscano Meo del Caprina, venne realizzato tra il 1491 e il 1498. Nel luglio del 1491 la duchessa Bianca di Savoia poneva la prima pietra della cattedrale. Nel secolo XVII l’edificio fu ristrutturato con l’aggiunta della cappella della Sacra Sindone di Guarino Guarini che collega la cattedrale al Palazzo Reale. Il campanile di Sant’Andrea, ultimato nel 1469, venne sopraelevato nel 1720 su progetto di Filippo Juvarra.
La facciata, su cui si aprono tre eleganti portali, con il suo rivestimento in marmo bianco costituiva un’anomalia rispetto ai coevi edifici in mattone. L’interno, ad impianto basilicale, è a croce latina a tre navate con elementi gotici. Le cappelle laterali ospitano altari devozionali; al secondo altare della navata destra polittico della Compagnia dei Calzolai di Martino Spanzotti e Defendente Ferrari. Le scale laterali al fondo del presbiterio conducono alla cappella della Sacra Sindone; costruito tra il 1668 e il 1694 su progetto di Guarino Guarini, questo capolavoro di architettura barocca è attualmente in restauro dopo l’incendio dell’11 aprile 1997.
Come detto precedentemente il Duomo, consacrato il 20 settembre 1505 da Baldassare di Bernezzo arcivescovo di Laudicea, fu edificato dopo l’abbattimento di tre chiese che erano particolarmente care ai culti dei torinesi. La chiesa di San Salvatore, quella più antica, conteneva ricordi legati a San Massimo, il leggendario pastore della chiesa torinese; la chiesa di San Giovanni Battista conteneva le reliquie di Sant Orsola e delle ben undicimila vergini; inoltre la chiesa sembrava conservare la mandibola del Battista. Essa fu anche lo scenario dell’assassinio del battistero come avrebbe profetizzato una strega bruciata poi sulle Porte Palatine, il luogo sacro venne “bagnato due volte dal sangue in uno stesso giorno”. Il giorno di Pasqua del 662 infatti Garipaldo, duca di Torino si recò in questa chiesa dove all’ingresso fu colpito a morte da un sicario appostato con la spada sul battistero. Gli uomini della scorta trucidarono poi l’attentatore. La terza chiesa ad essere sacrificata per il Duomo era dedicata a Santa Maria Maggiore e ricordava l’edificio eretto a Roma dopo il Concilio di Efeso che aveva sancito la maternità della Vergine.
La cripta era in realtà una chiesa sotterranea che funzionò provvisoriamente al posto delle tre chiese abbattute mentre il Duomo veniva costruito. Un ambiente ricco di tombe, lapidi, bare alcune lasciate a caso nella prospettiva di una sepoltura definitiva poi mai avvenuta. Nella cripta rimasero a lungo le spoglie di Amedeo VIII, Emanuele Filiberto, Carlo Emanuele II poi spostate nella cappella della Sindone. Vi è anche la tomba del principe Federico Augusto Della Torre e Taxis morto a Torino nel settembre del 1751. Numerose sono le sepolture di artisti e pittori tra cui il fiammingo Giovanni Miel morto nel 1664.
Nel 1334 il 7 febbraio 1751 nel Duomo morì l’abate Prever, molto amato e venerato dai fedeli, che stramazzò al suolo dopo aver iniziato a recitare l’omelia. Esposta la salma in chiesa una folla strappò in brandelli la sue veste per farne delle reliquie e i capelli dell’abate furono oggetto di una mischia furiosa. Quando la salma fu del tutto spogliata gli invasati si buttarono sul confessionale.
Anche le campane del Duomo hanno una loro storia. Nel 1342 venne fusa una grande campana e altre due nel 1351; il campanone arrivò due anni dopo. È misterioso il motivo per cui le campane precipitarono e si ruppero. Per poterle rifare si fece leva sulla generosità dei torinesi in cambio di indulgenze. Era il 26 ottobre 1356 quando i bronzi tornarono, a poco a poco, al loro posto. Le campane hanno avuto nomi curiosi: la Vecchia, la Minoia, il Predicatore, la Mediocre, la Moncaliera e sentendone i rintocchi, i torinesi erano in grado di dire quale tra le campane stesse suonando.
In molte persone è ancora vivo il ricordo della notte dell’ 11 aprile 1997 quando un cortocircuito, probabilmente verificatosi negli impianti elettrici di un ponteggio allestito per effettuare alcuni restauri, scatenò un violento incendio nella Cappella della Sacra Sindone.
I pompieri accorsi prontamente, con un gesto eroico, sfondarono con una mazza il vetro di protezione della teca che conteneva la Sindone salvandola. Tuttavia l’incendio causò un enorme sbalzo termico che provocò un’esplosione la quale danneggiò gravemente l’altare, i monumenti e gli arredi. La temperatura fu così elevata da modificare i conci in marmo che compongono la calotta e provocare la rottura di una delle catene che la legano (fino ad allora sconosciute).
Bibliografia: Le Guide del Capricorno – Torino di Rodolfo Gibilterra; Curiosità e Misteri di Torino di Renzo Rossotti